{"id":339,"date":"2023-11-08T17:51:48","date_gmt":"2023-11-08T16:51:48","guid":{"rendered":"https:\/\/www.giulianababini.it\/?p=339"},"modified":"2023-11-24T16:06:49","modified_gmt":"2023-11-24T15:06:49","slug":"il-dialogo-di-gesu-con-la-samaritana","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.giulianababini.it\/2023\/11\/08\/il-dialogo-di-gesu-con-la-samaritana\/","title":{"rendered":"Il dialogo di Ges\u00f9 con la Samaritana"},"content":{"rendered":"\t\t<div data-elementor-type=\"wp-post\" data-elementor-id=\"339\" class=\"elementor elementor-339\">\n\t\t\t\t<div class=\"elementor-element elementor-element-5f6c1c3 e-flex e-con-boxed wpr-particle-no wpr-jarallax-no wpr-parallax-no wpr-sticky-section-no e-con e-parent\" data-id=\"5f6c1c3\" data-element_type=\"container\">\n\t\t\t\t\t<div class=\"e-con-inner\">\n\t\t\t\t<div class=\"elementor-element elementor-element-0380627 elementor-widget elementor-widget-text-editor\" data-id=\"0380627\" data-element_type=\"widget\" data-widget_type=\"text-editor.default\">\n\t\t\t\t<div class=\"elementor-widget-container\">\n\t\t\t<style>\/*! elementor - v3.23.0 - 05-08-2024 *\/\n.elementor-widget-text-editor.elementor-drop-cap-view-stacked .elementor-drop-cap{background-color:#69727d;color:#fff}.elementor-widget-text-editor.elementor-drop-cap-view-framed .elementor-drop-cap{color:#69727d;border:3px solid;background-color:transparent}.elementor-widget-text-editor:not(.elementor-drop-cap-view-default) .elementor-drop-cap{margin-top:8px}.elementor-widget-text-editor:not(.elementor-drop-cap-view-default) .elementor-drop-cap-letter{width:1em;height:1em}.elementor-widget-text-editor .elementor-drop-cap{float:left;text-align:center;line-height:1;font-size:50px}.elementor-widget-text-editor .elementor-drop-cap-letter{display:inline-block}<\/style>\t\t\t\t<h4>Il dialogo di Ges\u00f9 con la Samaritana: semplicit\u00e0 e profondit\u00e0 straordinarie per quel tempo.<\/h4><h4>\u00a0<\/h4><h4 style=\"text-align: right;\">Riflessione biblica condotta da Giuliana Babini<\/h4><p>INTRODUZIONE<\/p><p>L\u2019atteggiamento di Ges\u00f9 verso le donne che incontra \u00e8 di una semplicit\u00e0 straordinaria, soprattutto tenendo conto della posizione della donna al suo tempo, per cui le donne pi\u00f9 facili da incontrare non erano certo quelle di buona fama (per esempio, a mezzogiorno presso un pozzo, da sola, chi poteva esserci? L’acqua, ovviamente, si andava a prendere solo al mattino e alla sera). In Giovanni non si pu\u00f2 tacere la portata di questo capitolo quarto, anche se si deve notare che, in quanto figura femminile, la Samaritana non \u00e8, salvo recentemente, tra le pi\u00f9 trattate nei testi sulle donne nelle Scritture, mentre \u00e8 figura presa in considerazione in studi psicologici (per es M. Garzonio, F. Dolto).<br \/>La pagina del vangelo di Giovanni, che riporta l’incontro con la Samaritana, \u00e8 di una grande complessit\u00e0, data anche la carica simbolica di tutto questo vangelo, e occorre farla almeno percepire, proprio perch\u00e9 entrambi i protagonisti ne siano illuminati. Ci interessa la donna, ma ci interessa soprattutto Ges\u00f9 che questa pagina fa incontrare a ciascuno di noi: la vera “novit\u00e0” \u00e8 Ges\u00f9 e solo in relazione a lui, la donna pu\u00f2 essere illuminata di luce nuova.<br \/>La presente non vuole essere una lettura strettamente esegetica, anche se dell\u2019esegesi altrui tiene conto, ma soprattutto una lettura che parte dalla tradizione, per la quale la Scrittura si interpreta con la Scrittura; una lettura che ha la pazienza di instaurare una consuetudine con un testo, che diviene cos\u00ec eloquente e dischiude il senso spirituale, generando una sapienza che trasforma la vita; una lettura, nell’ascolto del testo, possibile a tutti, per cui ognuno pu\u00f2 contribuire ad arricchire questo senso spirituale, cio\u00e8 la comprensione del valore rivelativo del testo, prima di fame applicazioni pratiche morali.<br \/>Agostino, proprio commentando questo brano della Samaritana, invita a “bussare”, per capire un testo: facciamolo.<\/p><p>Una nota personale: nel lontano 76 avevo scritto a partire dal testo della Samaritana uno dei miei primi articoli per la rivista “Jesus Charitas” della famiglia spirituale di Charles De Foucauld, sulla verginit\u00e0 del cuore, che richiede il mettersi a nudo di fronte a Dio, riconoscendo gli idoli che ingombrano il cuore; una verginit\u00e0 che non pu\u00f2 essere scelta come privilegio e diritto, ma solo accolta come dono per s\u00e9 e gli altri.<br \/>E\u2019 bello scoprire che quanto si \u00e8 maturato non smentisce la riflessione del passato, la scava e la approfondisce con i tanti altri apporti a cui si \u00e8 potuto attingere. Per questo dopo altrettanti anni mi \u00e8 parso che questo mio testo del \u201994 (\u201cLa voce della Madonnina\u201d \u2013 Sestri Levante) ancora possa aiutare ad approfondire il brano e ne ho corretto solo in parte la forma. Ora si pu\u00f2 attingere a tanti testi che ne parlano, ma la lettura personale \u00e8 sempre un \u201cunicum\u201d luminoso per chi non sappiamo.<\/p><p>LETTURA A PARTIRE DAL CONTESTO<\/p><p>Seguo la suddivisione che vede nei cap. 2-4 del Vangelo di Giovanni una unit\u00e0, non solo perch\u00e9 \u00e8 ipotesi condivisa da molti autori (Zevini – Brown – Segalla – Buzzetri – L\u00e9on-Dufour ed altri ) e non \u00e8 contraddetta, per lo stile di Giovanni a spirale, da chi ne fa un’altra (per es. I. De la Potterie, cio\u00e8 pone Cana insieme ai testi precedenti per formare la cosiddetta settimana inaugurale), ma perch\u00e9 essa permette una particolare annotazione per il nostro tema, come cerco di mostrare nello schema.<br \/>Resta che in Giovanni i temi, qualsiasi suddivisione si faccia del testo, si intersecano, si procede a spirale, a chiasmo: il tema dominante in una sezione va avanti per un po’ anche nella seguente e in ognuna \u00e8 anticipato qualcosa della seguente, per cui anche il cap. 4 \u00e8 legato al cap. 5, ma non mancano richiami al cap. 6 (per es. “alzare lo sguardo sulla messe\/folla”): \u00e8 difficile affrontare una pagina di Giovanni senza essere coinvolti nell’intero vangelo.<br \/>Tutto, in Giovanni, viene ripreso a un livello pi\u00f9 profondo: \u00e8 come scendere in un pozzo per una scala a chiocciola: man mano che si scende, si vede qualcosa di nuovo, ma per coglierlo occorre tenere presente i raggi di luce che vengono dal cammino gi\u00e0 percorso .<br \/>Guardiamo lo schema di Giovanni nei capitoli 2-4:<br \/>2,1-12 donna – la madre – le nozze – “segno”.<br \/>2,13-25 Il tempio – Gerusalemme – il cuore umano.<br \/>3,1,21 uomo – Nicodemo – maestro in Israele – rivelazione (Spirito) .<br \/>3,22-36 La testimonianza del Battista, amico dello Sposo.<br \/>4,1-42 donna – samaritana – pozzo – rivelazione (Spirito) .<br \/>4,43-54 uomo – il funzionario (pagano) – “segno”.<br \/>Vi \u00e8 una sequenza – donna uomo \/ donna uomo – su cui possiamo fare qualche osservazione.<br \/>Un uomo e una donna sono legati a un segno, un uomo e una donna sono legati ad una rivelazione di Ges\u00f9 in cui entra lo Spirito.<br \/>Le figure legate al segno – La madre e il funzionario credono e, dopo la presentazione del caso, tacciono. Vi \u00e8 per\u00f2 un crescendo: il primo segno riguarda la vita in un momento essenziale di essa (il matrimonio nella tradizione giudaica era finalizzato a durare nei figli); nel secondo \u00e8 la vita a confronto diretto con la morte.<br \/>Le figure legate alla rivelazione – Nicodemo e la Samaritana dialogano con Ges\u00f9, ma vi \u00e8 uno sviluppo: Nicodemo interroga, ma non sappiamo cosa recepisce (\u00e8 notte); la Samaritana si apre al mistero di Ges\u00f9 (\u00e8 mezzogiorno).<br \/>Anche sotto la croce nel vangelo di Giovanni sono presenti un uomo e una donna.<br \/>Vi sono anche due intermezzi, la purificazione del tempio e la testimonianza del Battista: essi mettono in luce quanto in Israele vi era di impermeabile e quanto di disponibile alla novit\u00e0 del Signore che viene.<br \/>L’episodio del tempio ci pone di fronte ad una religiosit\u00e0 snaturata, ridotta a mercato (il che succede in tutti i tempi) che Ges\u00f9 smentisce e siamo riportati alla realt\u00e0 del Signore che guarda al cuore (2,25), costatazione importante anche per l\u2019episodio della -Samaritana.<br \/>Giovanni Battista attesta la presenza di una genuina attesa religiosa e di disponibilit\u00e0 a un cammino di conversione e rende testimonianza a Ges\u00f9, come poi far\u00e0 la samaritana (\u00e8 sempre il verbo testimoniare sia in 3,26 che in 4,39).<br \/>Ma se proviamo ad accostare uomo\/uomo e donna\/donna, abbiamo ancora una alternanza: una figura del mondo ebraico e una di fuori, e possiamo dire che il funzionario pagano (forse non necessariamente, anche se il confronto con i sinottici e la sequenza ci porta a ritenerlo tale, comunque \u00e8 uomo periferico rispetto alla religione di Israele) mostra quella fede vera che nel “maestro” Nicodemo resta sospesa a un interrogativo. Invece per le figure femminili possiamo sottolineare una novit\u00e0. Esse in verit\u00e0 orientano pi\u00f9 decisamente a Ges\u00f9 e al suo mistero: \u00e8 in primo piano lui a Cana e presso il pozzo. “Chi \u00e8 mai?”: a Cana si svela ai suoi, in Samaria arriva al mondo.<br \/>Andando pi\u00f9 a fondo, possiamo notare che le figure femminili compaiono in contesti nuziali, le nozze e il pozzo, luogo in cui, all’epo\u00e7a dei patriarchi, si sceglieva la sposa. Risalta allora la diversit\u00e0 profonda tra le due donne; saremmo tentati di dire la donna onesta e la prostituta, l’ebrea e la samaritana, ma in relazione a Ges\u00f9 invece va detto che vi \u00e8 una dilatazione della sua esperienza: non \u00e8 pi\u00f9 il confronto con sua madre che lo provoca, ma liberamente \u00e8 lui che prende l’iniziativa di dialogare con una donna che pi\u00f9” altro” da lui non poteva essere: lui uomo, giudeo, fedele, giusto, puro, protagonista, maestro, messia, Dio; lei donna, samaritana, eretica, peccatrice, impura, discepola, testimone, creatura.<br \/>Anticipando, potremmo dire che si passa dal radicamento ebraico all’universalit\u00e0 della salvezza; quindi, in chiave simbolica, dalla Sinagoga alla Chiesa. Agostino dice subito della Samaritana che “\u00e8 una figura della Chiesa”.<br \/>Molti sono i richiami verbali tra questi testi e io ve ne far\u00f2 notare alcuni (tralasciando quelli con il resto del vangelo), ma per prima cosa occorre cogliere che solo geograficamente si torna al punto di partenza (da Cana a Cana); in realt\u00e0 ci si \u00e8 profondamente allontanati dal mondo giudaico: Ges\u00f9 ha preso le distanze da sua madre, dal tempio, dai maestri di Israele (Nicodemo), dal Battista e ha abbracciato con la Samaritana e il funzionario tutto l’universo. Vi \u00e8 continuit\u00e0 e crescita progressiva nella rivelazione del suo essere e della sua missione.<br \/>Avvicinando una pagina all’altra e prestando attenzione ai richiami verbali (le stesse parole che ricorrono in testi diversi), proviamo ad approfondire il testo, anche se la traduzione italiana non sempre agevola questo lavoro.<\/p><p>In 2,4 Ges\u00f9 dice “non \u00e8 ancora la mia ora”; in 4,21.23 “viene l’ora” e in crescendo “viene l’ora ed \u00e8 questa” e tra “non \u00e8 l’ora” ed “\u00e8 l’ora” c’\u00e8 “la gioia compiuta” di Giovanni il Battista: qui abbiamo gi\u00e0 un inizio di quel compimento che sar\u00e0 pieno alla passione.<br \/>Lo stesso vocabolo indica le sei giare a Cana e la brocca della Samaritana, con tutta la suggestione che l’indicazione numerica comporta.<br \/>Lo stesso vocabolo indica la stanchezza di Ges\u00f9 e la fatica del lavoro degli altri (v. 38) e si connota come fatica del seminatore\/apostolo.<br \/>In 2,9 non si sa “da dove” viene il vino; in 3,8 non si sa da dove viene lo Spirito; in 4,10-11 la Samaritana “non sa” il dono di Dio e “da dove” l’acqua di vita; in 4,22 si dice “voi adorate quello che non sapete”: siamo alle prese con lo stesso verbo “sapere” e lo stesso avverbio “da dove”. Ancora troviamo al cap. 6 “da dove il pane” e poi nei cap. 7-8-9 “da dove il Cristo”, fino alla domanda di Pilato “di dove sei?” (19,9).<br \/>In 4,16 Ges\u00f9 dice “va’ a chiamare tuo marito” ; in 4,50 “Va’, tuo figlio vive”.<br \/>Ges\u00f9 afferma ci\u00f2 che \u00e8 accaduto, senza essere presente: \u00e8 davvero profeta nel senso che il vero profeta dice cose che davvero accadono.<\/p><p>In 3,21 si parla di \u201copere fatte in Dio\u201d; in 4,34 di \u201ccompiere la sua opera\u201d (in 17,4 Ges\u00f9 dir\u00e0 “ho terminato ci\u00f2 che mi avevi dato da fare”).<\/p><p>Si pu\u00f2 mettere in risalto ci\u00f2 che ci interessa anche dando uno sguardo rapido a tutto il vangelo di Giovanni, senza la pretesa di render conto delle varie ipotesi di suddivisione<br \/>1,1-18 Prologo<br \/>1,19-51 Inaugurazione del ministero di Ges\u00f9<br \/>2-4 Da Cana a Cana, ma in realt\u00e0 dal mondo giudaico al mondo intero,<br \/>(Gv 4,42): la sezione di cui ci occupiamo.<br \/>5-10 Rivelazione del Figlio (Ges\u00f9 e le feste giudaiche): anche qui vi \u00e8 una<br \/>figura di donna al capitolo 8, la peccatrice, ma sarebbe un discorso<br \/>troppo lungo tenerla presente, visto che \u00e8 una pagina messa in<br \/>questione come giovannea.<br \/>11-12,11 La grande rivelazione. Dialogo con Marta (preceduto da un richiamo<br \/>al Battista e seguito dalla conversione di molti giudei (Gv 12,11)<br \/>che esemplifica quel chiaro “la salvezza viene dai Giudei” detto da<br \/>Ges\u00f9 alla Samaritana)<br \/>12,12-19,42 Dall\u2019ingresso in Gerusalemme fino alla sepoltura, compresi i discorsi<br \/>finali.<br \/>20(21) Il Risorto. Dialogo con Maria Maddalena<\/p><p>Notiamo subito che, a parte prologo e preludio (cap. I), il vangelo di Giovanni inizia con una donna (Cana) e termina con una donna (presso la tomba nel giardino).<br \/>Abbiamo sottolineato due nomi di donna al di fuori della sezione in esame e possiamo vedere che corrispondono a due momenti altamente rivelativi del mistero di Ges\u00f9 che in un certo senso coronano quello con la Samaritana In tutti e tre i testi (cap. 4-11-20) vi \u00e8 la medesima struttura narrativa dialogica, tipica di Giovanni: rivelazione misteriosa, incomprensione, rivelazione pi\u00f9 chiara; vi \u00e8 un dialogo serrato che ci mostra donne che davvero vogliono “conoscere”, con la densit\u00e0 semantica di questo verbo biblico.<br \/>Sia la Samaritana che Marta sono, per cos\u00ec dire, esperte di questioni religiose e dicono “so”, mentre Maria Maddalena dice “non so” (due modalit\u00e0 della fede?), avvicinandosi e riassumendo in s\u00e9 anche le altre figure femminili del vangelo di Giovanni che non abbiamo ancora citato: la peccatrice che dice solo “nessuno, Signore” e Maria che unge i piedi di Ges\u00f9 tacendo, in un atteggiamento di gratuit\u00e0 ed essenzialit\u00e0.<br \/>Marta non solo crede all’intercessione di Ges\u00f9 (corrispondente al pregare in spirito e verit\u00e0) e alla vita eterna (acqua viva), ma riconosce in Ges\u00f9 “Il Cristo, il Figlio di Dio, quello che deve venire nel mondo” (11,27): il Cristo che la stessa Samaritana sapeva dover venire \u00e8 qui riconosciuto anche come Figlio di Dio. Siamo alla professione piena della fede , a cui per\u00f2 solo Maria aggiunger\u00e0 il calore dell’amore che penetra il mistero di Ges\u00f9, anche nel suo prezzo. A lei per prima Ges\u00f9 apparir\u00e0 e sar\u00e0 di nuovo l’essere conosciuta “Maria” che la trasformer\u00e0 in annunciatrice ai discepoli, come la Samaritana lo era stata per i suoi concittadini, e anche i discepoli, come i samaritani, crederanno poi sulla loro propria esperienza. Anche in Marta c\u2019\u00e8 il coinvolgere gli altri: anche se manda a chiamare solo la sorella, di fatto coinvolge tutti quelli che erano con lei.<br \/>L’annuncio femminile diventa dubbio, stimolo, invito, nonostante il suo non valore di testimonianza ufficiale.<br \/>La Samaritana, Marta, Maria Maddalena sono davvero sorelle nello scavo della fede e dell’ annuncio!<\/p><p>RICHIAMI ANTICO-TESTAMENTARI<\/p><p>Prima di scorrere insieme 1’episodio, sostiamo su alcuni riferimenti anticotestamentari che illuminano ancora di pi\u00f9 il testo.<br \/>I Samaritani<br \/>Per i giudei osservanti i samaritani erano (e sono) degli impuri e il rapporto con loro rendeva impuri. Sono infatti quegli Israeliti che alla caduta di Samaria, capitale del Regno del Nord, e alla conseguente deportazione (722 a.c), sono rimasti in patria mescolandosi ai pagani sopraggiunti, contaminando la loro fede con i loro dei (cf. 2Re 17,24ss). Gli esiliati al ritorno non vorranno che i samaritani partecipino alla ricostruzione del Tempio e cos\u00ec tra i due gruppi ci sar\u00e0 polemica per sempre (cfr. Esd 4,1s; Neemia 4,1s).<br \/>All’ epoca di Ges\u00f9 dare del samaritano a un giudeo era dichiararlo impuro e farne oggetto di disprezzo. Cos\u00ec fanno i giudei verso Ges\u00f9 (Gv 8,48) e i samaritani stessi non accoglievano chi era diretto a Gerusalemme (Lc 9,53) .<br \/>Il loro tempio sul Garizim all’epoca di Ges\u00f9 non c’era pi\u00f9: era stato distrutto nel 128 a.c. ma il monte restava per loro il luogo sacro per eccellenza (su di esso era stata pronunciata la Benedizione del Signore su Israele, cf. Deut 11,29;27,12 – Gs 8,33).<br \/>Delle Scritture i samaritani accoglievano solo la Torah (Pentateuco) e la loro attesa del Messia era conforme a Deut 18,18, un profeta che dice cosa fare, esattamente quanto afferma la Samaritana.<br \/>Va per\u00f2 ricordato che la Samaria sar\u00e0 aperta all’evangelo, come ci ricorda questo episodio e come ci \u00e8 soprattutto ricordato negli Atti (8,14s), e di questo \u00e8 testimone proprio Giovanni che va a mietere (pi\u00f9 che a seminare) quanto gi\u00e0 hanno seminato Ges\u00f9, Filippo ed altri. Da qui forse la sua scelta di raccontare 1’episodio della Samaritana.<br \/>Sichem (= Sicar)<br \/>Va ricordata 1’antichit\u00e0 di questo posto che si trova tra il monte Garizim (Nord) e il monte Ebal (Sud): essa mette in risalto che quanto vi avviene ha come sfondo la storia dei patriarchi. A Sichem aveva sostato Abramo e l\u00ec aveva ricevuto la promessa che quella terra sarebbe stata della sua discendenza (Gen 12,7); Giacobbe vi aveva comprato un terreno che poi aveva lasciato a Giuseppe (Gen 48,22) che l\u00ec fu sepolto (Gs 24,32), e l\u00ec a Sichem, Giacobbe aveva fatto eliminare gli idoli di quanti erano tra i suoi prima che il Signore gli apparisse in a Betel e lo chiamasse \u201cIsraele\u201d(Gen 35,2-4).<br \/>Sichem \u00e8 per\u00f2 legata anche alla grande assemblea che sanziona lo stanziamento nella terra promessa e rinnova l’alleanza del Sinai con lo stesso rituale: l\u00ec il popolo \u00e8 chiamato a scegliere definitivamente il Signore con solennit\u00e0 (Giosu\u00e8 24; Deut 27) e certe feste ne riattualizzeranno la memoria (Capanne-Pentecoste).<br \/>Dopo il tempio anche Sichem fu distrutta (107 a.C.). Probabilmente nei pressi era sorta la Sicar ricordata nel vangelo di Giovanni, mentre pi\u00f9 tardi (72 d.C.), accanto sar\u00e0 costruita un’altra citt\u00e0, Flavia Neapolis (oggi Nablus).<\/p><p>IL POZZO<\/p><p>Un luogo privilegiato per gli antichi \u00e8 il il pozzo in quanto punto di incontro.<br \/>Di fatto nei testi sopra ricordati si parla di una tomba, non c’\u00e8 cenno a un pozzo, anche se dove si sostava era pur necessario che ci fosse, e, di fatto, questo pozzo c’\u00e8 tutt’ora in Palestina ed \u00e8 profondo.<br \/>Non possiamo tacere che nello sfondo della storia dei Patriarchi il pozzo richiama le nozze e di per s\u00e9 tutta la simbologia dell\u2019acqua.<br \/>Presso il pozzo il servo di Abramo trov\u00f2 moglie (Rebecca) per Isacco, proprio chiedendole da bere (Gen 24,11ss); presso un pozzo Giacobbe incontr\u00f2 Rachele (Gen 29,1ss); presso un pozzo sost\u00f2 Mos\u00e9 e l\u00ec, lui in fuga, trov\u00f2 casa e moglie (Zippora, Es 2,15s).<br \/>La simbologia dell’ acqua \u00e8 tema senza fine, \u00e8 vita, benessere, \u00e8 benedizione, \u00e8 sapienza (Sir 15,3); \u00e8, soprattutto nei profeti, immagine dei tempi escatologici (basti ricordare qui Ez 47; Zc 14,8 e Apoc 21,23), ma \u00e8 anche gi\u00e0 simbolo della Scrittura stessa (Is 12,3; 55,1), come poi lo sar\u00e0 nei rabbini e nei Padri (Origene), e questa identificazione era presente anche nella tradizione samaritana .<br \/>Gi\u00e0 nell’Antico Testamento, acqua viva \u00e8 la Torah e quindi sar\u00e0 poi la rivelazione progressiva (cf Ez 36) e lo Spirito che scaturisce dal seno di Ges\u00f9.<br \/>Il pozzo, per sintetizzare, luogo di incontro e di memorie, vuol ricollegare Ges\u00f9 a tutta la tradizione e far vedere che la completa, accogliendola e superandola.<br \/>Osea (i profeti) e la donna<br \/>La relazione Dio-Israele, come amore sponsale vulnerabile, era tipica del profetismo del Nord, dove appunto \u00e8 profeta Osea, e siamo nella Samaria. Osea aveva sposato una prostituta e la sua vicenda \u00e8 simbolo dell\u2019esperienza del Signore che “sposa” Israele, pagando direttamente a lei il prezzo in doni, quali giustizia, tenerezza, fedelt\u00e0, mentre Israele resta infedele e mai capisce l’amore del Signore, per cui non lo “conosce”: tale tema \u00e8 in fondo una esortazione alla religione del cuore. La rivelazione di Ges\u00f9 va oltre, ma include che l\u2019autenticit\u00e0 della relazione non sta nelle istituzioni (il Garizim o il tempio di Gerusalemme): occorre una purificazione a partire dal “fate quello che vi dir\u00e0” fino all\u2019adorazione in Spirito e Verit\u00e0, alla professione di fede di Marta e a quella adorante di Maria Maddalena.<br \/>Osea influisce poi sugli altri profeti, e abbiamo pagine splendide in Isaia e in Ezechiele (Ez 16). Non possiamo dimenticare che sia Giovanni il Battista che Ges\u00f9 e anche Giovanni evangelista li conoscevano: siamo dentro una tradizione, solo cos\u00ec si coglie lo spessore di una pagina.<br \/>Alla luce di Osea, anche tutto l’episodio della Samaritana pu\u00f2 essere letto in chiave nuziale: la Samaritana o meglio il popolo, l’umanit\u00e0 che essa rappresenta, trova il vero Sposo.<br \/>La situazione della donna nel mondo ebraico<br \/>La donna compare nei testi biblici nei suoi ruoli di figlia, sposa, madre, vedova o prostituta, ruoli condizionati dalle culture esistenti nell\u2019antico Oriente e anche poi dall\u2019Ellenismo, tutte fortemente restrittive nei riguardi della donna. Tra esse poi quella ebraica non era pi\u00f9 benevola, anzi la legge ebraica aveva codificato l’inferiorit\u00e0 della donna rispetto all’uomo, ponendola chiaramente tra i possessi dell’uomo (Es 20,17; Dt 5,21), gi\u00e0 da fidanzata (Dt 22,23), stipulato il contratto di acquisto e fissata la cifra (mohar).<br \/>La donna era qualcosa di pi\u00f9 di una schiava (Dt 21,14), non poteva essere venduta, ma s\u00ec trascurata e ripudiata; era tutt\u2019altro che alla pari con l’uomo a cui era chiesto solo il rispetto della donna come propriet\u00e0 altrui, non della donna in s\u00e9 (cf per es la storia di Dina, in Gen 34: neppure la disponibilit\u00e0 al matrimonio riparatore e alla circoncisione sono considerati riparatori per l\u2019onta resa a \u201cnostra\u201d sorella).<br \/>La disparit\u00e0 tra maschio e femmina risaliva alla nascita: era ben diverso per la donna partorire un maschio o una femmina: per la femmina l’impurit\u00e0 era doppia (Lev 12,5) e solo il maschio le garantiva alcuni diritti, quali l’eredit\u00e0 se restava vedova. Di fatto la donna era cos\u00ec relegata al privato e sottomessa, che perfino i suoi voti al Signore venivano annullati se non condivisi dal padre o dal marito (Num 30,4s) e per quanto riguardava la religione, sottostava agli obblighi quali la purit\u00e0, ma non ai precetti positivi, quali quello del pellegrinaggio, della preghiera, dello shem\u00e0, e nella sinagoga era presenza periferica e accessoria, non serviva a fare il numero legale per la preghiera. Poteva essere istruita sulla parola a casa dal marito, ma fuori un rabbino non doveva neppure rivolgerle la parola, fosse pure essa sua moglie. Non poteva rendere testimonianza, come gli schiavi e i bambini.<br \/>La donna d’altra parte, come in tutte le culture primitive, \u00e8 vista come portatrice di una forza ambigua per il suo ciclo mestruale, in quanto il sangue \u00e8 potenza di vita e quindi forza incontrollabile, profanatrice che richiama il caos, l’indistinto, l’istinto, l’inconscio, tutto quanto si oppone a ordine e razionalit\u00e0, e quindi il ciclo rende la donna impura e pericolosa per l’uomo e il sacro (due forze misteriose non devono sommarsi!). Questo tema non lo sviluppo perch\u00e9 non tocca direttamente il nostro testo, ma \u00e8 uno dei pi\u00f9 significativi per cogliere la libert\u00e0 di Ges\u00f9 rispetto alle regole del tempo, ai tab\u00f9 di ogni epoca, religione e cultura, in quanto \u00e8 il pi\u00f9 diffuso universalmente (cf. Mc 5,25s e paralleli nell\u2019episodio della donna che soffriva di perdite) .<br \/>La donna \u00e8 presentata sempre in funzione dell’uomo (Prov 5,15s; 18,22), ma qui emerge anche il positivo, perch\u00e9 \u00e8 la donna che fa la felicit\u00e0 o l’infelicit\u00e0 dell’uomo: senza la donna l’uomo \u00e8 un randagio, nulla \u00e8 meglio di una buona moglie e feconda, nulla \u00e8 peggio di una donna stolta, disonesta o sterile; \u00e8 da essa che passa l’appartenenza al popolo e la trasmissione delle tradizioni, quali l’accoglienza del Sabato e la stessa celebrazione della Pasqua, quando non ci sar\u00e0 pi\u00f9 il tempio, ma soprattutto passa da lei tutta una sapienza del vivere che permette di muoversi in questa vita.<br \/>Il comportamento di Ges\u00f9, che pare non tener conto degli elementi negativi, \u00e8 tanto pi\u00f9 nuovo in quanto nel giudaismo rabbinico vi era stata, per influsso ellenistico, una radicalizzazione della misogenia fino alla preghiera “ti ringrazio Signore perch\u00e9 non mi hai fatto donna” e al considerare blasfemo insegnare la Torah alla donna.<br \/>Nella tradizione cattolica si \u00e8 tenuto molto conto di questa tradizione misogena e della “impurit\u00e0” soprattutto nel Medioevo, a cui si associa una visione antropologica che vede nella donna un maschio mal riuscito (non si sapeva bene cosa avveniva nel concepimento), risalente pi\u00f9 alla filosofia greca che al rabbinismo. Questo, in realt\u00e0, accanto a testi negativi, proprio come la corrente sapienziale biblica, nella sua concretezza, tramanda anche testi bellissimi.<\/p><p>IL TESTO DI GIOVANNI 4,1-42<\/p><p>Il brano \u00e8 soprattutto cristologico. Il tema principale \u00e8 la rivelazione progressiva di Ges\u00f9, ma abbiamo visto che in Giovanni, a questo\u00b7 scopo, le donne sono interlocutrici quasi preferite, e quindi faremo attenzione a questo.<br \/>Lo schema:<\/p><p>1-6 Lo sfondo dell’incontro: 1-3 Ges\u00f9 lascia la Giudea<br \/>4-6 La scena<br \/>7- 15 La donna scopre la propria sete e fatica di vivere, non sa cosa<br \/>sia l\u2019 acqua viva. Ges\u00f9 si rivela un giudeo dalla pretesa di essere<br \/>pi\u00f9 grande di Giacobbe<br \/>16-19 La donna fa verit\u00e0 sulla sua vita; Ges\u00f9 si rivela profeta.<br \/>20-26 La donna interroga su dove adorare; Ges\u00f9 rivela come la vera<br \/>adorazione sia in Spirito e verit\u00e0 e si indica come il Messia<br \/>27-30 Cambia la scena: i discepoli dalla citt\u00e0 arrivano presso Ges\u00f9,<br \/>la Samaritana lascia Ges\u00f9 e va in citt\u00e0.<br \/>31-34 I discepoli non sanno quale sia il cibo di Ges\u00f9;<br \/>Ges\u00f9 si rivela l\u2019inviato<br \/>35-38 Ges\u00f9 inviato e inviante (semina e mietitura)<br \/>39-42 Conclusione: conversione dei samaritani;<br \/>Ges\u00f9 Salvatore del mondo.<br \/>La Samaritana \u00e8 donna vivace, attenta alla vita nella sua concretezza e alle sue piccole novit\u00e0 quotidiane. Si reca al pozzo ad un\u2019ora inconsueta, a mezzogiorno, l’ora pi\u00f9 calda; in Giovanni quest’ora (come anche la sete di Ges\u00f9) ricompare solo quando Pilato mostra Ges\u00f9 ai giudei: “Ecco il vostro Re” (Gv 19,14). \u00c8 uno dei tanti elementi che rafforza l’idea di una costruzione simbolica dell\u2019avvenimento del nostro testo. Tale circostanza infatti favorisce un incontro senza altre presenze, un incontro di cui la donna afferra subito la stranezza, ma non tiene l\u2019interrogativo dentro di s\u00e9, e subito dialoga con lo sconosciuto giudeo l\u00ec presente e cerca di capirne il comportamento.<br \/>Stenta, \u00e8 vero, ad andare oltre il piano naturale delle cose, ma non pu\u00f2 essere che cos\u00ec: l\u2019essere umano coglie la visita di Dio nello straordinario, ma nel quotidiano fa sempre difficolt\u00e0. La risposta di Ges\u00f9 poi \u00e8 senz’ altro emblematica, oscura, e la donna afferra solo qualcosa di misterioso e perci\u00f2 attraente.<br \/>Ges\u00f9 le ha ispirato fiducia, si \u00e8 presentato bisognoso e non prepotente, non sembra volerla possedere neppure con lo sguardo: chiss\u00e0 pu\u00f2 forse davvero offrile un sollievo nelle fatiche della vita.<br \/>-, L’ acqua \u00e8 preziosa nei paesi come la Palestina ed \u00e8 simbolo di ogni benessere, di ci\u00f2 che pi\u00f9 conta, e quindi nel linguaggio religioso era l’immagine che richiamava la Torah (Amos 8,11; Sl 42,2s; Is 49,1s), come abbiamo gi\u00e0 detto.<br \/>\u201cDa dove\u201d, chiede la Samaritana, ed \u00e8 domanda che percorre il vangelo di Giovanni e gi\u00e0 da sola fa percepire la portata di questa pagina: la risposta verr\u00e0 infatti alla fine: \u201cdal costato trafitto uscirono sangue ed acqua\u201d (Gv 19,34). Poi la donna, senza rendersene conto, afferma una verit\u00e0: Ges\u00f9 \u00e8 pi\u00f9 grande di Giacobbe. ‘Altrove, lo sappiamo, si dice pi\u00f9 grande di Abramo (8,52s), di Mos\u00e9 (1,45; 5,46 e 6,ls), ed \u00e8 per questo che l’acqua che lui d\u00e0 \u00e8 ben pi\u00f9 di un benessere passeggero, \u00e8 la nuova rivelazione, \u00e8 lo Spirito che genera una vita nuova che dura per sempre (la portata simbolica del vangelo di Giovanni, ormai gli esegeti convengono, non costringe a limitare il significato dell’acqua ad uno dei due: la rivelazione o lo Spirito).<br \/>Siamo nella dimensione del dono totale gratuito. Tutto ci\u00f2 che non si sa da dove viene \u00e8 un dono. La Samaritana nella sua vita ha per\u00f2 un peso ben pi\u00f9 grande che il dover attingere l’acqua al pozzo, e Ges\u00f9 l\u2019aiuta a tirarlo fuori (gi\u00e0 sappiamo da Giovanni 2,25 che Ges\u00f9 “sapeva quello che c’\u00e8 in ogni uomo”). Il peso vero della sua vita \u00e8 la sua situazione relazionale confusa (al massimo erano permessi tre matrimoni…) .<br \/>Per affrontare le cose profonde, occorre avere il cuore libero da menzogne e questa donna dimostra di saper fare subito verit\u00e0, per questo non penso che poi cerchi di cambiar discorso, come dicono la maggioranza degli esegeti : \u00e8 proprio l’immediatezza con cui dice il vero e lo sente (conosciuto da Ges\u00f9 che la fa passare ad un rapporto diverso con Ges\u00f9, ora riconosciuto profeta. Allora tira fuori l’interrogativo religioso fondamentale per lei e il suo popolo, quello che d\u00e0 il senso del credere. La rivelazione oggettiva deve passare attraverso quella soggettiva che \u00e8 verit\u00e0 vitale non astratta (quello che \u00e8 Ges\u00f9 passa attraverso quello che lui le ha detto su di lei, questa \u00e8 la sapienza pedagogica di Dio!).<br \/>Ges\u00f9 non solo chiarisce la modalit\u00e0 dell’ adorazione del Padre (non dice Dio, bens\u00ec “Padre”), e siamo esattamente a met\u00e0 dei versetti dell’ episodio, cio\u00e8 al centro del brano, rimandando dai luoghi a quell’ espressione densissima che \u00e8 “in Spirito e verit\u00e0”, ma anche aggiunge che il Padre “cerca” tali adoratori.<br \/>Vi \u00e8 senz’ altro l’eco degli antichi passi profetici contro il prevalere dei sacrifici sul vero culto, ma siamo nel pieno del mistero trinitario: non si tratta pi\u00f9 dell’interiorit\u00e0 dell’uomo, ma dello Spirito che fa la verit\u00e0 e nella verit\u00e0 si fa spazio per lo Spirito, e ‘la verit\u00e0 qui non \u00e8 solo quella che l’uomo pu\u00f2 fare in se stesso, \u00e8 Ges\u00f9 stesso e la sua rivelazione. Dio Padre manda Ges\u00f9 a “cercare” gli uomini per salvarli.<br \/>Sintetizza X. L\u00e9on-Dufour: \u201cL’adorazione non \u00e8 autentica se non \u00e8 prodotta dallo Spirito che comunica la Verit\u00e0 del Cristo\u201d.<br \/>Il verbo cercare poi \u00e8 usatissimo da Giovanni, ma per lo pi\u00f9 si cerca Ges\u00f9 a tentoni senza capire bene chi sia, o lo si cerca per ucciderlo; oppure il verbo \u00e8 usato per Ges\u00f9 che cerca la volont\u00e0 di chi lo ha inviato: solo qui ha per soggetto il Padre (citato di fatto tre volte nei vv. 21-23, due per\u00f2 al complemento indiretto, in quanto a lui \u00e8 rivolta l’adorazione).<br \/>\\<br \/>Possiamo dire che il Padre non cerca pi\u00f9 adoratori sul Garizim o a Gerusalemme , ma presso un pozzo, nel quotidiano, dove egli vuole incontrare tutta l’umanit\u00e0 e farla sua sposa, come \\ di fatto sta avvenendo con Ges\u00f9 che cerca la Samaritana. Il Padre cerca-tali adoratori attraverso il Figlio, stanco per il viaggio, e il suo viaggio \u00e8 la carne assunta per noi\u201d (Agostino), il suo essere disceso fino in fondo alla situazione umana.<br \/>Con questo cenno non voglio negare la “persona” della Samaritana, ma gi\u00e0 nell\u2019Antico Testamento la donna a volte \u00e8 la personificazione di un popolo o almeno l’espressione delle sue esigenze pi\u00f9 profonde ( cf Giuditta, Ester …) o dei suoi peccati (l’adultera): \u00e8 una dimensione interessantissima questa- nella storia della salvezza, che ci porterebbe a ripercorrerla tutta . Notiamo solo che cos\u00ec si ha l\u2019accostamento tra quotidianit\u00e0 e universalit\u00e0, da cui nasce la profondit\u00e0 esistenziale di ‘ogni vissuto. Nelle figure femminili si incontrano Ges\u00f9 e l’umanit\u00e0 al di l\u00e0 dei ruoli.<\/p><p>La Samaritana, ormai conquistata dalla persona di Ges\u00f9, che proprio a lei si \u00e8 rivelato come il Messia atteso, lascia la brocca (la sua realt\u00e0, il suo quotidiano fattosi irrilevante, secondario) e si fa apostola, \u201cdice alla gente\u201d.<br \/>Sono intanto arrivati presso Ges\u00f9 i discepoli e va notata la loro meraviglia, espressa con un verbo che rende la situazione interiore di chi viene a trovarsi di fronte a qualcosa di impensabile (\u00e8 lo stesso verbo che Ges\u00f9 usa per dire a Nicodemo: \u201cNon stupirti se ti ho detto bisogna rinascere dall’alto\u201d e sempre questo senso ha in 5,20.28; 7,15.21; 9,30) e si dice che Ges\u00f9 parlava con una donna, non con una samaritana. I discepoli non si meravigliano tanto che fosse samaritana, quanto che fosse “una donna”.<br \/>Loro sono andati in citt\u00e0, ma non hanno predicato, si sono riforniti solo di viveri; questa donna invece si fa annuncio, “testimoniando” tra i suoi, mentre loro la sostituiscono presso Ges\u00f9, ma capiscono ancora meno di lei ci\u00f2 che Ges\u00f9 dice, nel tentativo di introdurli nel segreto della sua esistenza e prepararli ad accogliere quello che sta per avvenire: la conversione dei samaritani.<\/p><p>Va notato che di questi prima si dice che credettero per le parole della donna (v. 39), poi per le parole di lui (Ges\u00f9 v. 41) – dal segno dato da un altro all’ ascolto personale – e quindi loro stessi lo comunicano alla donna (circolarit\u00e0 dell’esperienza di fede), facendo un passo avanti nel riconoscimento di Ges\u00f9, qui detto con un termine pagano-ellenistico \u201cSalvatore del mondo\u201d(v.42): siamo al di l\u00e0 di ogni frontiera, nella dimensione universale della salvezza.<br \/>Poco prima Ges\u00f9 aveva usato l’immagine della messe che nella tradizione rimandava al raduno di tutti gli uomini alla fine dei tempi, ma la fine in Giovanni riguarda gi\u00e0 il presente: Ges\u00f9 \u00e8 seminatore e mietitore insieme, anche se altri (e tra questi l’evangelista Giovanni) continueranno la raccolta (cio\u00e8 la conversione dei samaritani).<br \/>Il venir meno della frattura tra giudei e samaritani, tra uomo e donna in questo episodio di Ges\u00f9 e la Samaritana, \u00e8 anticipazione di quell’umanit\u00e0 nuova in armonia che sar\u00e0 il Regno. Di fatto l’invito dei samaritani perch\u00e9 Ges\u00f9 resti, \u00e8 ancora secondo lo schema degli incontri al pozzo a sfondo nuziale (invito del padre della sposa allo sposo a restare) e potremmo quindi ritornare all’interpretazione simbolica.<\/p><p>PERCHE’ PROPRIO LA SAMARITANA?<\/p><p>Ci viene da dire che Giovanni attinge alla sua esperienza in Samaria per scegliere quanto narrarci, e che la scelta della “donna” samaritana era pienamente confacente al suo presentarci un Ges\u00f9 che sovverte le usanze del suo tempo, per indicare che qualcosa di nuovo sta irrompendo: \u00e8 perfettamente in linea con la purificazione scandalosa del tempio che precede (cap 2) e con la violazione del Sabato che segue al cap. 5.<br \/>Anche un samaritano bastava, visto che gi\u00e0 Luca si riferisce ai samaritani quali protagonisti dei veri atteggiamenti del nuovo credente, come nel buon samaritano, e nell’unico dei dieci lebbrosi che torna a ringraziare.<br \/>Perch\u00e9 allora “una donna”?<br \/>La Samaritana infatti non ha un nome proprio, ma in Giovanni \u00e8 termine preferito ai nomi propri, anche la madre e Maria di Magdala vengono chiamate cos\u00ec.<br \/>Vi \u00e8 nella figura della Samaritana una duplice carica di rottura, in quanto donna e in quanto samaritana: vi \u00e8, in questa scelta, non solo dell’insolito, il non usuale, ma anche un andar oltre distinzioni, barriere, pregiudizi e presunte impurit\u00e0: vi \u00e8 un voler includere davvero tutti.<br \/>Ges\u00f9 dialoga con la Samaritana e si rivela, rendendola partecipe del suo mistero e discepola, almeno quanto i suoi stessi discepoli che come lei ascoltano, ma mai capiscono fino in fondo.<br \/>Ges\u00f9 (\u00e8 Giovanni che ce lo narra) attesta cos\u00ec che la sua rivelazione \u00e8 per tutti coloro che cercano il senso del loro vissuto, e le donne non sono certo da meno in questo, anzi…<br \/>Credo per\u00f2 che si possa dire che in Giovanni le donne sono interlocutrici privilegiate: \u00e8 come se facilitassero a Ges\u00f9 il rivelarsi. Questo, lungi dal suscitare fantasie novellistiche, ci suggerisce che in esse Ges\u00f9 coglieva profondamente l’umanit\u00e0 che \u00e8 venuto a salvare. E\u2019 come se, con le donne, trovasse modo di dimostrare meglio il suo assumere tutta l’umanit\u00e0, non solo in dimensione numerica, ma in senso- di globalit\u00e0 della persona, di autenticit\u00e0, di normalit\u00e0, di abisso profondo.<br \/>L’uomo in quel tipo di societ\u00e0 (oggi questo lo pu\u00f2 far bene anche la donna) poteva nascondere la propria fragilit\u00e0 dietro i ruoli che aveva e vantarsi di esemplarit\u00e0, la donna no (madre, prostituta, impura\u2026 tutte cose che non restano nascoste!), era una povera!<br \/>Riconoscere una carica simbolica a figure come la Samaritana, quale rappresentare il suo popolo \/ i pagani \/ l’umanit\u00e0, non \u00e8 ridurne la persona, anzi \u00e8 un riscoprire che noi tutti dovremmo saper vivere cos\u00ec profondamente da portare dentro) questa dimensione universale, ben sapendo che la sessualit\u00e0, j l’essere uomo o donna, \u00e8 realt\u00e0 seconda nel messaggio evangelico, la realt\u00e0 primaria \u00e8 il discepolato, la sequela, la testimonianza, la santit\u00e0.<br \/>Certo il vangelo non va disincarnato, per cui diverse saranno le modalit\u00e0 del viverlo nell’uomo e nella donna, ma questa diversit\u00e0 non va ridotta a ruoli che sono esclusivamente una dimensione sociale. Il Signore \u00e8 semplice, trasparente e profondo nella sue relazioni con gli uomini e con le donne, perch\u00e9 anticipa il superamento delle disarmonie dovute ai limiti creaturali e al peccato; per lui conta solo il nuovo tipo di relazione secondo la logica del Regno .<br \/>La Samaritana poi \u00e8 anche \u201capostola\u201d, testimone – anche se nel contesto ebraico la testimonianza della donna non valeva! – e tale pu\u00f2 esserlo solo chi ha vissuto, anche se brevemente, con Ges\u00f9 un\u2019 esperienza profonda che si \u00e8 fatta conoscenza viva, coinvolgente (non cerebrale), piena di fiducia . La Samaritana lascia la brocca come i discepoli hanno lasciato le reti: si lascia quando si \u00e8 trovato qualcosa che conta di pi\u00f9 e questo qualcosa, che la Samaritana ne sia consapevole o meno, \u00e8 che Dio \u00e8 davvero Padre e ama gli uomini fino a farsi trovare ovunque, ad accostarsi ad essi comunque, a scavare nel loro cuore la nostalgia di lui. Alla Samaritana \u00e8 nascosto, per cos\u00ec dire, il prezzo di questo amore, ma i peccatori gi\u00e0 lo capivano dall’ accoglienza che ricevevvano, forse erano i giusti ad aver bisogno della croce per capire.<br \/>La Samaritana \u00e8 la prima seminatrice nel vangelo di Giovanni; lei si lascia raggiungere l\u00e0 dove \u00e8 nuda ed \u00e8 per questo che pu\u00f2 annunciare, senza autorit\u00e0 ma con sentimento e forza . Non va infatti a dire: \u201cguardate che non \u00e8 pi\u00f9 necessario salire sul Garizim\u201d (verit\u00e0 dottrinale), ma \u201cmi ha detto tutto quello che ho fatto\u201d (verit\u00e0 esistenziale): la donna, vuoi per natura, vuoi per storia, vuoi per simbolo, lascia che l’altro entri nella sua esistenza. Per questo il Signore la prende come modello del credente, del discepolo, dell’apostolo.<\/p><p>Bibliografia essenziale ma ormai datata ai tempi dello scritto (anni 90), molto, forse troppo, si potrebbe aggiungere perci\u00f2 lasciamo lo scritto legato alle fonti del suo tempo.<br \/>Commenti al Vangelo di Giovanni<br \/>dei padri Cirillo di Alessandria e Agostino \u2013<br \/>di esegeti contemporanei quali :<br \/>– R.E. Brown (Cittadella)<br \/>– Segalla (Paoline)<br \/>– Buzzetti (Ut unum sint)<br \/>– X. L\u00e9on-Dufour (Paoline)<br \/>– Zevini (PSV n. 27 e altri)<\/p><p>E inoltre:<br \/>I. De la Potterie, Studi di cristologia giovannea, Queriniana<br \/>E.S. Fiorenza, In nome di lei, Claudiana<br \/>Lilia Sebastiani, Donne nei Vangeli, Paoline (della stessa, Tra\/Sfigurazione)<br \/>C. Ricci, Maria di Magdala e le molte altre, M. D’Auria ed.<br \/>Walter-Bartolomei, Donne alla scoperta della Bibbia, Queriniana<br \/>Moltmann-Wendel, Le donne che Ges\u00f9 incontr\u00f2. Queriniana.<\/p>\t\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t<div class=\"elementor-element elementor-element-5018879 e-flex e-con-boxed wpr-particle-no wpr-jarallax-no wpr-parallax-no wpr-sticky-section-no e-con e-parent\" data-id=\"5018879\" data-element_type=\"container\">\n\t\t\t\t\t<div class=\"e-con-inner\">\n\t\t\t\t<div class=\"elementor-element elementor-element-4da508f elementor-widget elementor-widget-image\" data-id=\"4da508f\" data-element_type=\"widget\" data-widget_type=\"image.default\">\n\t\t\t\t<div class=\"elementor-widget-container\">\n\t\t\t<style>\/*! elementor - v3.23.0 - 05-08-2024 *\/\n.elementor-widget-image{text-align:center}.elementor-widget-image a{display:inline-block}.elementor-widget-image a img[src$=\".svg\"]{width:48px}.elementor-widget-image img{vertical-align:middle;display:inline-block}<\/style>\t\t\t\t\t\t\t\t\t\t<img fetchpriority=\"high\" decoding=\"async\" width=\"453\" height=\"588\" src=\"https:\/\/www.giulianababini.it\/wp-content\/uploads\/2023\/11\/IlDialogodiGesuConLaSmaritana.jpg\" class=\"attachment-large size-large wp-image-344\" alt=\"\" srcset=\"https:\/\/www.giulianababini.it\/wp-content\/uploads\/2023\/11\/IlDialogodiGesuConLaSmaritana.jpg 453w, https:\/\/www.giulianababini.it\/wp-content\/uploads\/2023\/11\/IlDialogodiGesuConLaSmaritana-231x300.jpg 231w\" sizes=\"(max-width: 453px) 100vw, 453px\" \/>\t\t\t\t\t\t\t\t\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Il dialogo di Ges\u00f9 con la Samaritana: semplicit\u00e0 e profondit\u00e0 straordinarie per quel tempo. \u00a0 Riflessione biblica…<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":0,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_tbt_post_transparent":"","_tbt_post_title":"","_tbt_post_layout":"","_tbt_post_sidebar_id":"","_tbt_post_content_style":"","_tbt_post_vertical_padding":"","_tbt_post_feature":"","_tbt_post_feature_position":"","_tbt_post_header":false,"_tbt_post_footer":false},"categories":[8],"tags":[],"class_list":["post-339","post","type-post","status-publish","format-standard","hentry","category-su-bibbia-e-spiritualita_b"],"yoast_head":"<!-- This site is optimized with the Yoast SEO plugin v23.4 - 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