SIGNORE, FA CHE IO ABBIA RADICI E ALI!
Troppo tempo fa ho letto gli scritti di padre de Foucauld per potermi permettere una riflessione seria sulla sua spiritualità e neppure li ho a disposizione in questo momento; mi permetto quindi una semplice riflessione generale sulla sua figura che mi è stata sollecitata da una citazione trovata nel contesto di un discorso sulla identità cristiana: “Hay que tener raices para volar y alas para enraizarse” (Ramon Jimenez). “Bisogna avere radici per volare e ali per mettere radici”. Ho scorso mentalmente quanto ricordo di fr. Charles de Foucauld e ho compreso quanto fosse vera per lui questa affermazione. Veramente lui e gli altri testimoni, che fondamentano, in un certo senso, la nostra esperienza di Dio, che sempre ha bisogno del sostegno della mediazione umana, hanno avuto radici e ali.
Le radici non sono infatti una corda che lega e impedisce di vivere, ma anzi sono un legame vitale con l’esperienza religiosa del passato: solo con questo vincolo vitalizzante si può volare verso una propria irripetibile esperienza di Dio e, rischiare questo, porta a incarnare l’amore di Dio in modi inconsueti, profondi.
E il pensiero va subito a Charles de Foucauld tra i Tuareg: si ripete il mistero di un Dio che vuole radicarsi tra gli uomini. La sua esperienza, reinterpretata e vissuta da chi ha posto la sua testimonianza come radice della propria esperienza con Dio, ha aiutato e aiuterà i cristiani a vivere nel mondo la contemplazione, non come evasione, ma come incarnazione totale, accettando di mettere radici in profondità e a vivere la fraternità, non come alienazione, ma come presenza d’amore fra i fratelli.
Forse, noi, spesso, abbiamo il problema dell’identità cristiana perché ci mancano o le radici o le ali.
Senza “amici” del tempo passato, senza “testimoni” della sintesi cristiana, noi non avremo mai radici così vitali da poter volare, da poter aiutare il nostro tempo a non impantanarsi, ad avere il gusto della vera libertà e della speranza; e, tra questi amici, ormai non potrà più mancare Charles de Foucauld.
Giuliana Babini cf. Jesus Caritas 1978